Prestare attenzione. E’ questo il lavoro cui dobbiamo dedicarci senza sosta. – Mary Oliver

La capacità più importante di cui disponiamo,  sia a livello personale che sociale, è quella di correzione degli errori. In sua assenza sarebbe impossibile migliorare i modelli mentali che usiamo per orientarci nel mondo. Lo scambio di idee è uno degli strumenti più utili che abbiamo per effettuare questo processo di correzione, ma troppo spesso degenera in un dialogo tra sordi con irrigidimenti su certezze contrapposte. Migliorare la qualità delle nostre discussioni — di persona, nell’arena pubblica e online — è di vitale importanza per migliorare la qualità del pensiero individuale e della capacità cognitiva collettiva, rendendoci più abili nel navigare un mondo complesso.

Discutere in modo efficace è una competenza addestrabile. I fattori che compromettono questa capacità sono principalmente tre. Il primo, non tenere a mente lo scopo principale dello scambio di idee e le sue necessarie regole di base. Il secondo, una scarsa consapevolezza di come le natura intrinseca della cognizione umana introduce distorsioni, imprecisioni e infondate certezze nelle nostro pensiero e il modo in cui lo esprimiamo. La terza, ignorare l’importanza di avere a disposizione un traliccio di solidi modelli mentali per dare struttura al pensiero e fornire un telaio robusto capace di sostenere le nostre idee.

La funzione di uno scambio di idee

Lo scopo di uno scambio di idee è quella di approfondire argomenti che conosciamo solo in modo parziale e superficiale, rendendo più precisi i nostri modelli mentali e ancorandoli a una solida realtà oggettiva. Discutere è la partecipazione intersoggettiva a un processo di esplorazione, e trasformarla in una competizione per vedere chi ha ragione vanifica questo processo investigativo.

La tendenza di trasformare un scambio di idee in competizione è naturale. Senza uno sforzo attivo per tenerle separate, idee e opinioni vengono percepite come parte integrante della nostra identità. Quando vengono messe in discussione lo percepiamo – consciamente o inconsciamente – come un’attacco personale. Questo attiva sia un meccanismo difensivo che uno competitivo, per dimostrare la superiorità delle proprie idee e, per estensione, della propria persona. Col pernicioso effetto collaterale di considerare cattive o stupide persone con opinioni diverse dalle nostre. Non riuscendo a capacitarci di come si possa sostenere idee e posizioni che secondo noi sono chiaramente sbagliate, le attribuiamo alla stupidità o malafede dell’interlocutore.

E’ necessario abbandonare l’idea che sia possibile avere certezze sulla maggioranza degli argomenti complessi di cui ci occupiamo, assumendo un’atteggiamento di umiltà intellettuale.  Percepiamo il mondo attraverso canali molto ristretti e opachi, elaborando poi queste percezioni con una mente che le filtra — senza che ce ne rendiamo conto — attraverso la storia soggettiva del nostro vissuto. Il processo è inoltre condizionato da numerosi pregiudizi cognitivi e fallacie logiche che fanno parte del nostro sistema operativo biologico. La comprensione che possiamo avere di un qualsiasi problema complicato o complesso è giocoforza parziale, lacunoso e grossolano. Queste limitazioni nella capacità di comprensione impongono umiltà, flessibilità e incertezza nell’esporre idee ed opinioni, e una sana curiosità per gli inevitabili spunti che può offrire l’altro per arricchire i propri modelli mentali. 

Prima di uno scambio di idee può essere utile richiamare l’affermazione con cui inizia ogni intervista del Intellectual Explorers Club: Parteciperò in questo dialogo con una spirito di esplorazione, mantenendo una posizione agnostica. La mia intenzione non è quella di essere d’accordo o meno col mio interlocutore ma cercare di capire la sua mappa della realtà, esplorando insieme l’argomento e apprezzando ciò che emergerà. 

E’ necessario riconoscere sempre la dignità intellettuale dell’interlocutore. Per insolite o controintutitive che ci possano sembrare le sue idee, c’è sempre qualche spunto nuovo, qualche segnale, che può arricchire la nostra mappa mentale dell’argomento in discussione.   Bisogna fare uno sforzo per trovare il segnale nelle argomentazioni altrui e amplificarlo, attenuando al contempo il rumore. Se entrambi lo fanno la discussione converge rapidamente verso una ricca esplorazione di terreno davvero nuovo. 

Infine, è importante ricordare che la discussione serve anche a formulare domande migliori. Molti argomenti di cui discutiamo sono impossibili da comprendere compiutamente. Uno scambio di idee può aiutare a capire meglio qualche sfaccettatura del problema, ma questo non è di grande aiuto pratico. Può esserlo invece l’opportunità che offre di formulare domande migliori riguardo all’argomento in questione, permettendo di focalizzare l’attenzione su aspetti più specifici oppure evidenziare importanti presupposti che non erano stati considerati. Questo può avere un’applicazione concreta, dando una dimensione pratica a quello che altrimenti sarebbe uno scambio di idee astratto.

Bachi e limitazioni della cognizione umana

La razionalità, sulla quale facciamo molto affidamento per elaborare ed esprimere le nostre idee, è uno strumento di analisi meno preciso e oggettivo di quello che pensiamo. La funzione evolutiva che ne ha spinto lo sviluppo non è stata quella di apprendere meglio la vera natura della realtà, ma piuttosto fornire lo strumento socialmente utile della persuasione. Non c’è alcun vantaggio evolutivo nel percepire il mondo nel modo più accurato possibile – senza le numerose euristiche che il cervello usa per schematizzare la realtà rimarremmo paralizzati dalla sua complessità – mentre c’è un vantaggio notevole, in società estese e stratificate, nell’essere capaci di portare gli altri sulle proprie posizioni. Quando si discute è importante tenere a mente questo fatto, sia per rimanere intellettualmente umili, aperti e flessibili, sia per accorgersi quando si sta appunto usando la razionalità nella discussione come mero strumento di persuasione, e non di esplorazione.

L’intuizione è lo strumento che influenza maggiormente il modo in cui formiamo idee, opinioni e modelli mentali, e li confermiamo solo a posteriori con la razionalità. Queste intuizioni nascono nella matrice delle nostre esperienze di vita e delle nostre fondamenta morali, sistemi psicologici che formano la base della nostra etica intuitiva. Conoscere le proprie fondamenta morali può aiutare a identificare i punti ciechi che abbiamo nel capire l’argomento di discussione, e che ci portano anche a valutare come inspiegabili certe argomentazioni dell’interlocutore. 

Il cervello, per elaborare il continuo e travolgente flusso di stimoli nel quale è immerso, utilizza scorciatoie cognitive messe a punto attraverso milioni di anni di evoluzione. Queste scorciatoie si sono evolute nel tempo per il chiaro vantaggio evolutivo che offrivano, ma ci troviamo adesso in un contesto sociale e culturale dove sono spesso disadattive. I pregiudizi cognitivi sono degli schemi sistematici di deviazione dal giudizio razionale (ce ne sono quasi 200), e introducono delle distorsioni nel processo cognitivo di analisi. Ce sono a decine, ma quelli più importanti sono pochi e vale la pena conoscerli bene per accorgersi quando stanno contaminando pensiero, idee e discussione. Non meno importanti sono le fallacie logiche, errori nel ragionamento che portano alla violazione delle regole di un confronto argomentativo corretto. 

Una menzione particolare va fatta a uno dei pregiudizi cognitivi più insidiosi, l’errore di conferma, che ci porta a cercare – e dare particolare rilievo – alle informazioni che confermano le nostre idee e opinioni a discapito di tutte le altre. E’ un’abitudine cognitiva che va contrastata applicando la Regola Aurea di Darwin: ogni volta che si incontra un fatto, un’informazione o un ragionamento che smentisce o contraddice un’idea o posizione che si può avere su un determinato argomento, va subito annotato e poi valutato con estrema attenzione nel contesto generale dell’argomento stesso. In questo modo si riesce ad analizzare una questione in modo molto più rigoroso e intellettualmente onesto, e spesso sono proprio le discussione a offrire l’occasione di raccogliere questo tipo di informazioni.

Modelli mentali migliori

Sviluppare idee e opinioni articolate – per poi esprimerle in una discussione – richiede la capacità di pensare in modo efficace. Avere una padronanza di alcuni essenziali modelli mentali struttura il pensiero e permette di vagliare informazioni nuove in modo più ordinato e sistematico.  I modelli mentali aiutano a semplificare la complessità e a renderla sufficientemente comprensibile e azionabile. Ogni nostra idea, opinione e azione nasce da un’interazione tra questi modelli mentali. 

Si riportano qui di seguito alcuni spunti riguardo ai modelli mentali. Per un trattamento esaustivo sull’argomento consigliata la lettura di Mental models: the best way to make intelligent decisions” sul sito Farnam Street.

Capire a fondo la natura dei sistemi. Ogni modello mentale nasce da una schematizzazione di uno o più dei sistemi. Ad esempio, discutere su quale dieta sia quella migliore presuppone una conoscenza del sistema biologico e psicologico dell’esser umano, di quello delle filiere produttive del cibo e infine di quello culturale che indirizza le scelte collettive sulla nutrizione. Avere una conoscenza funzionale delle principali tipologie di sistemi e delle loro specificità è indispensabile per costruire modelli mentali accurati. La Cynefin Framework di Dave Snowden articola le quattro principali tipologie di sistema – semplice, complicato, complesso e caotico – e le peculiarità di ognuna, sia dal punto di vista del loro funzionamento che del modo più efficace di analizzarli e interagirvi. 

Principio di inversione. Saresti in grado di articolare in modo convincente la posizione opposta alla tua sull’argomento in questione? Questo è il miglior modo per valutare il tuo grado di conoscenza del problema. Non riuscirci è indicativo del fatto che la tua comprensione dell’argomento è di risoluzione molto bassa ed è quindi necessario uno sforzo maggiore di apertura e umiltà per cercare di colmare l’evidente lacuna. 

L’arte dello “steelmanning”. Anche conosciuta come Prima Legge di Rapoport. Per evitare il deragliamento di una discussione e capire meglio i modelli mentali dell’interlocutore, può essere utile abituarsi ad articolare la sua posizione nel modo più preciso e benevolo possibile. L’obbiettivo di riuscire a farlo meglio di quanto non riuscirebbe a fare lui stesso. L’utilizzo di questa tecnica, nota col termine inglese steelmanning, è importante per tre motivi. Il primo, essere sicuri di aver compreso bene le argomentazioni dell’interlocutore in modo che eventuali critiche o obiezioni siano indirizzate a una posizione che effettivamente sostiene (diversamente da quanto accade quando si incappa nella logica fallacia dell’argomento fantoccio). La seconda, dare prova concreta di reale capacità d’ascolto e di prendere seriamente le argomentazioni dell’interlocutore.  La terza, quella che permette di trovare molto più facilmente il segnale nell’argomentazioni dell’interlocutore e alzare subito la qualità della discussione.

Percezione delle sensazioni nel corpo. Osservare le sensazioni nel corpo – sia quando si sta ragionando per conto proprio sia durante una conversazione – permette di accedere all’enorme capacità percettiva e intuitiva del subconscio, aggiungendo una dimensione molto ricca alla dinamica di costruzione dei modelli mentali. Attraverso una particolare sensazione, anche molto debole, il corpo può segnalare con grande rapidità un’intuizione corretta che sarebbe semplicemente inaccessibile attraverso i normali processi di elaborazione razionale. Fare un monitoraggio continuo di come il corpo sta reagendo all’elaborazione di un pensiero — ci sono sensazioni di chiusura? di aumento del ritmo di respirazione o del battito cardiaco? sensazioni di chiaro rilascio e rilassamento? — può fornire importanti indizi su come migliorare il modello mentale del quale fa parte. Negli scambi di idea permette inoltre di controllare molto meglio la qualità dell’interazione e disinnescare per tempo situazioni potenzialmente esplosive.

Risorse

Libri

  1. Daniel Kahneman – Pensieri Lenti e Veloci
  2. Dean Buonomano – Brain Bugs
  3. Levitt/Dubmer – Think like a freak
  4. Rolf Dobelli – The art of thinking clearly
  5. Eugene Gendlin – Focusing. Interrogare il corpo per cambiare la psiche
  6. Richard J. Heuer, Jr. – The psychology of intelligence analysis  (PDF)

Siti e pagine web

  1. Charlie Munger – The psychology of human misjudgement
  2. Adam Hayashi – When to trust your gut
  3. Farnam Street – Mental models: the best way to make intelligent decisions
  4. Donald Hoffman – Realism is false
  5. Intellectual Explorers Club (Podcast)
  6. Farnam Street – How Darwin Thought: The Golden Rule of Thinking